LA SICUREZZA
(Eb.5:9-10)
“Essendo stato reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna”,
I° L’OPERA DÌ CRISTO RENDE SICURI – Eb.7:25
La sicurezza del credente è in Cristo e il credente ne deve essere consapevole. Essa deriva dalla fede e dalla dedizione a Cristo come Salvatore Signore e riposa sull’opera redentrice da Lui compiuta, poiché la salvezza ottenuta da Cristo per il credente, mediante il sangue che ha versato sul Golgota, è completa.
1. Il credente non può fare nulla per accrescere quest’opera, nepuò ridurne la potenza di purificazione dal peccato: è sua per essere ricevuta come un libero dono di Dio, offertogli per amore e per grazia. Si ha un senso di sicurezza tenendosi saldi sulla “roccia dei secoli”, perché attorno al credente tutto può venire scrollato, ma Cristo Gesù. la Roccia, è incrollabile: Egli non muta mai.
a. Cristo è venuto per dare pace e riposo: “Io vi lascio pace; vi do la mia pace, io non vi do come il mondo dà; Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giov.4:27).
b. Conoscere 1’amore e la preoccupazione di Dio per il suo bene dà al credente una grande sicurezza. In Cristo e per mezzo di Cristo il credente trova riposo, speranza e sicurezza per il tempo e per l’eternità; egli non può trovare sicurezza in quello che fa per Dio, ma soltanto in quello che Dio ha fatto per lui.
II° LA PAROLA DI DIO RENDE SICURI (I Giov.5:13)
L’immutabile Parola di Dio è per i credenti un’ancora sicura. Nella sua epistola Giovanni dichiara: “Io v’ho scritto queste cose affinché sappiate…”.
1. Dio non può venire meno, le Sue promesse sono sicure. Poiché la Sua Parola garantisce la salvezza a chiunque crede, si può essere sicuri che cosi avverrà; si tratta soltanto di regolarizzare il proprio rapporto con Dio mediante la fede nella Sua Parola, la divina Parola e per i credenti il titolo di proprietà della vita eterna, si può perdere questo diritto solo allontanandosi da Dio e tornando ad una vita di peccato.
a. L’autore della lettera agli Ebrei promette una sicurezza reale (6:17-19). In questi tre soli versi si trovano i seguenti termini: cose immutabili, potente consolazione, rifugio, speranza ancora sicurezza”.
Per garantire un ancoraggio sicuro, durante le notti tempestose del viaggio della vita, occorrono quattro cose.
1. Un’ancora sicura e solida: l’ancora della speranza resisterà’ ad ogni strappo.
2. Bisogna avere un ancoraggio sicuro: se l’ancora di una nave si aggrappa saldamente alle profondità del mare, l’ancora del credente si fissa al trono di Dio nei cieli.
3. Occorre che l’ancora abbia una catena o un cavo ben solido e tale è la Parola Dio, la cui promessa è confermata “con un giuramento“: “E’ impossibile che Iddio abbia mentito”.
4. E’ necessario che la nave trattenga saldamente l’ancora: le Scritture esortano i credenti ad “afferrare saldamente la speranza” che gli è posta dinanzi.
1. Si è sicuri in Cristo, indipendentemente dalle situazioni esteriori e dai sentimenti interiori, se soltanto si tiene fermamente la speranza. I marinai sanno fare nodi molli forti e, tra quanti ne fanno, ce n’è uno che diventa più forte ad ogni strappo: è quello che essi chiamano il “nodo piano“.
a. Anche i credenti debbono legarsi alla sicura Parola di Dio con un “nodo piano” un nodo, cioè, che tenga e che si faccia più forte ad ogni prova.
b. Non si può ancorare una nave gettando l’ancora nella nave stessa; l’ancora deve essere gettata fuori dalla nave e deve agganciarsi a qualcosa che la trattenga saldamente.
c. Allo stesso modoi credenti non possono pensare di trovare la loro sicurezza in se stessi: la possono trovare soltanto nella Parola di Dio.
III° L’UBBIDIENZA ALLA PAROLA RENDE SICURI (Eb.5:9; Mat.24:12,13; Rom.2:6,7; 1 Cor.15.2; Ap.2:10).
Il credente accetta Cristo come mediante un atto della propria volontà, e con un atto di volontà può anche respingerLo in seguito. La Bibbia insegna che nulla dal di fuori può separare il credente dall’amore di Cristo (Rom.8:25-39), ma insegna anche che egli può staccarsi da Cristo con un atto della propria volontà che lo induca alla disubbidienza.
1. Se ne parla molto nell’A.T., ma appare anche nell’insegnamento del N.T. L’A.T. mette ripetutamente in guardia contro il pericolo di abbandonare l’Eterno; Ezechiele dice: “Se il giusto si ritrae dalla sua giustizia e commette l’iniquità e imita tutte le abominazioni che l’empio fa, vivrà egli? Nessuno de, suoi atti di giustizia sarà ricordato; per la prevaricazione di cui s’è reso colpevole e per il peccato che ha commesso, per tutto questo, morra” (18:24);
“Maledetto l’uomo… il cui cuore si ritrae dall’Eterno” (Ger.17:5).
a. Il N. T. dà numerosi avvertimenti contro l’abbandono della fede; Gesù con tutti gli scrittori del N.T. danno questo avvertimento.
1. Gesù ha detto: “Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; codesti tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano” (Giov.15:6; 2,5). Ogni credente nato di nuovo è un “tralcio nella vite”, che è Cristo. Egli dà loro la vita eterna, ma la loro vita eterna, la loro sicurezza eterna sono condizionate al loro dimorare in Cristo.
2. Paolo ha insegnato che C’è la possibilità di scadere dalla grazia: “Non sapete voi che se vi date a uno come servi per ubbidirgli, siete servi dì colui a cui ubbidite, o del peccato che meno alla monte o dell’ubbidienza che mena alla giustizia?” (Rom.6:16).
a. Se i credenti si abituano a cedere al peccato, diventano schiavi del peccato e di Satana e non sono più servi di Cristo. Questa verità è riaffermata in Rom.8:13: “Se vivete secondo la carne, voi morrete; ma se mediante lo Spirito mortificate gli atti del corpo; voi vivrete”.
b. Scrivendo a Timoteo, suo figlio nella fede, Paolo afferma: “lo Spirito dice espressamente che nei tempi avvertire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demoni” (1 Tim.4:1) ed esorta Timoteo a ricordare “queste cose ai fratelli” (6).
c. Paolo usa anche Israele come esempio per la Chiesa. Mette in evidenza il fatto che Dio agisce nei riguardi della Chiesa come ha agito con Israele, se i credenti si comportano come fece Israele: “Se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te. Vedi dunque la benignità e la severità di Dio, la severità verso quelli che sono caduti; ma verso te la benignità di Dio, se pur tu perseveri nella Sua benignità; altrimenti, anche tu sarai reciso“ (Rom.21,22).
3. Pietro dà un avvertimento ed usa un’immagine piuttosto forte: “Se dopo esser fuggiti dalle contaminazioni del mondo mediante la conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, si lasciano di nuovo avviluppare in quelle e vincere, la loro condizione ultima diventa peggiore della prima. Perché meglio sarebbe stato per loro non aver conosciuta la via della giustizia che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento ch’era loro stato cinto. E’ avvenuto di loro quel che dice con verità il proverbio: il cane è tornato al suo vomito, e: la troia lavata è tornata a voltarsi nel fango“ (2 Piet.2:20-22).
a. L’apostolo parla di quelle persone che erano entrate nella “via della giustizia” ed erano “fuggite dalla contaminazione del mondo“, ma sono poi ritornate alle sozzure del peccato e, “lasciata la diritta strada, si sono smarrite” (15).
4. In Ebrei 10:29 si legge: “Di qual peggior castigo stimate voi che sarà giudicato degno colui che avrà colpestato il figliolo di Dio e avrà tenuto per profano il sangue del patto con quale è stato santificato, e avrà oltraggiato lo Spirito della grazia?”.
E’ una cosa terribile questa possibilità che qualcuno possa rinunziare all’Evangelo e contristare lo Spirito Santo in modo tale, che Dio debba abbandonare alla cecità spirituale e all’indurimento del cuore.
a. Una persona incomincia a prendere il via allo sviamento quando incomincia a diventare negligente nella sua vita cristiana. Quando, poi, sceglie di vivere il peccato, è ormai così lontano che perde il suo posto in Cristo, Gal.5:17-21 Paolo dà una lista di peccati, dichiarando che “quelli che fanno tali cose non crederanno il regno di Dio” (21). Se cadiamo nel peccato, c’è speranza per noi solo se siamo disposti a confessare e abbandonare il nostro peccato: “Se confessiamo i nostri peccati. Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1 Giov.1:9).
La nostra sicurezza è fondata sul nostro rapporto col Signore, dipende dal nostro dimorare in Lui. Si può perdere questa unione vitale, staccandosi da Lui un po’ alla volta o abbandonandoLo decisamente.
In Cristo i credenti hanno salvezza e sicurezza finché ascoltano la Sua voce e Lo seguono. La natura umana è fragile, ma migliaio di credenti rendono testimonianza alla grazia abbondante ed alla potenza di Dio per la quale possono vivere una vita cristiana. La loro sicurezza sta nel non contristare in Lo Spirito Santo che dimora in loro.
Pastore Cesare Turco